Ascolta l’audio di questo racconto
“Basta lacrime!
– disse Muro a Pianto,
lasciando scivolare
quelle gocce saporite -.
Ogni stilla scava
una traccia profonda
e fa affiorare
la malta più dolce,
e presto scoprirà
il mio nervo migliore!”
“Aspetta ancora un po’
– rispose Pianto a Muro,
asciugandosi in fretta
due gemme luccicanti -.
Ho gioie da dirti
e dolori forti,
racconti un po’ antichi
e giovani accadimenti,
non saprei come fare
senza il tuo appoggio!“
“Non se ne parla
– riprese Muro, piccato
guardando sgomento
ogni punto cavato -.
Non vedi che tremo,
che vacillo a ogni soffio,
che perdo vigore
ad ogni racconto?
Son stanco, son stufo
e voglio star solo“.
“Ti prego, ti prego!
– implorò ancora Pianto,
gemendo di nuovo
come fresca sorgente -.
Nulla mi sento
senza un sostegno,
senza solide pietre
a cui raccontare
tutto quel mondo
che tu non puoi incontrare“.
Muto però rimase
quel Muro sgretolato,
col Pianto singhiozzante
lontano, sconsolato.
Sole picchiava forte
sulle pietre ormai salve,
e Vento accarezzava
quei pertugi reticolati
posando polvere inutile
per cicatrizzarli.
Giorni numerosi
passava Muro, tutti uguali,
sempre silenziosi
senza lacrime a temporali.
Guardò fiero
quel successo,
caparbio e ricercato,
delle pietre ormai asciutte
e del deserto
tutto attorno.
Trattenne Muro il fiato
al boato lontano
e allo scroscio di applausi
che ne seguì copioso.
Guerra? Vittoria?
O gioie passeggere?
Nessuno per dirglielo,
né per raccontare
con lacrime vere
di emozioni lontane.
nel becco del gallo … sperando che canti!
Intenso….é bello pensare che ogni cosa abbia un’anima …..e che ogni nostta azione susciti emozioni anche in un …..muro
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Le emozioni, specie se condivise, sono la chiave.. e ci rendono vivi.
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“Guardò fiero quel successo…” come fieri sono coloro che ergono muri, perché stanchi di raccogliere lacrime disperate. Ma il vento caldo che asciuga non sa scavalcare quei confini, il deserto è quello che hanno racchiuso “dentro “. Mi viene in mente un’espressione in uso nella terra che mi ha dato i natali: “Jesce rint”, letteralmente “Esci dentro”
È usata per dare un ordine perentorio “Vai dentro!”
…”esci” è assolutamente illusorio…
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.. il muro per separare, per distinguere un “dentro” dal “fuori”.. e spesso per confonderli..
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“Guardò fiero quel successo…” come fieri sono coloro che ergono muri, perché stanchi di raccogliere lacrime disperate. Ma il vento caldo che
asciuga non sa scavalcare quei confini, il deserto è quello che hanno racchiuso “dentro “. Mi viene in mente un’espressione in uso nella terra che mi ha dato i natali: “Jesce rint”, letteralmente “Esci dentro”
È usata per dare un ordine perentorio “Vai dentro!”
…”esci” è assolutamente illusorio…
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